venerdì 29 marzo 2013

la bella e la bestia



Another story


titolo: LA bella e la bestia
pagine:242
Autore: Moon Love
TRAMA


Il chiacchiericcio della gente, le risate e il continuo viavai facevano da sottofondo ad una delle letture preferite di una bella giovane, seduta su di una grande fontana. Gli occhi color nocciola passarono in rassegna ogni singola pagina, sempre più presi e sognanti, cercando d’imprimere così, nella propria mente, ogni scena, ogni sguardo d’amore.
Belle – questo era il suo nome – adorava qualsiasi genere di racconto, soprattutto quelli a sfondo sentimentale; in diciotto anni della sua vita, aveva ormai perso il conto di quanti ne aveva divorati: era una passione a cui non riusciva a rinunciare. Le piaceva rifugiarsi nelle sue fantasie, nel suo Mondo perfetto, senza alcun tipo di problema, solo con un lui ed una lei, destinati a passare insieme il resto della loro vita. Una volta arrivata al' ultima riga, quel “e vissero per sempre felici e contenti” le fece illuminare ulteriormente lo sguardo, prima di richiudere il libro con estrema cura. Non era la prima volta che si addentrava in quella lettura, tutt'altro, ma, ogni volta, le stesse sensazioni l’attraversavano prepotentemente, lasciandola quasi senza fiato.
Avrebbe tanto voluto leggere qualcosa di nuovo, ma, in quel periodo, le era del tutto impossibile, doveva accontentarsi dei testi che era riuscita a racimolare nel corso degli anni: tutto questo per il semplice fatto che non poteva permettersene altri.Nonostante fosse solamente una popolana di un piccolo villaggio francese, era una delle poche ad aver avuto la possibilità di studiare, di farsi una cultura e questo unicamente per merito del suo adorato padre, Maurice, che l’aveva cresciuta da solo dopo la morte di sua madre, venuta meno poco tempo dopo averla data alla luce. Aveva sempre dato il meglio di sé per la sua piccola, compiendo molti sacrifici per permetterle di ricevere un’istruzione adeguata. Erano sempre riusciti ad andare avanti, in un modo o nel’altro, ma non in quel periodo. Per portare un po’ di pane a casa, il poveretto aveva sempre lavorato come inventore e, ultimamente, gli affari non andavano bene per niente. Le richieste per gli strampalati oggetti che produceva erano nettamente diminuite e lui e Belle si erano ritrovati inevitabilmente a stringere la cinghia. La giovane, tuttavia, non aveva mai sofferto eccessivamente per questa loro condizione, l’aveva semplicemente accettata, senza farne un peso al genitore, che, invece, ne stava risentendo parecchio.
Ripensando a ciò, il sorriso scomparve dalle sue labbra carnose, per lasciare spazio ad un sospiro.
Avrebbe tanto voluto essere utile per risollevarlo e dare un contributo concreto, magari cercando un lavoro, ma anche al villaggio c’era una certa crisi e quasi nessuno poteva permettersi dei nuovi lavoratori. In fondo, era normale che il paese si trovasse in crisi: le tasse imposte dal loro Re erano notevolmente aumentate e continuavano a farlo, giorno dopo giorno. Il loro sovrano non era mai stato un grande esempio di magnanimità e, nell’ultimo periodo, si era reso persino più duro nei confronti dei propri sudditi. In giro si vociferava che il suo unico figlio fosse addirittura peggiore di lui in quanto cattiveria e il popolo non poteva far altro che adattarsi a questa situazione, temendo il giorno della salita al trono di quest’ultimo, che, sicuramente, li avrebbe seviziati in mille modi. 
Belle non riusciva a tollerare certi atteggiamenti: avere potere non doveva essere sinonimo di perfidia, doveva essere usato per il bene degli altri. D’altro canto, però, lei non poteva fare assolutamente niente a riguardo, se non ingoiare in silenzio l’amaro boccone. 
Dopo qualche istante, si alzò dalla fontana di pietra, sistemandosi poi l’umile abito azzurro, prima di prendere a camminare verso casa.Una leggera folata di vento le scosse i lunghi capelli castani, legati in una semplice coda di cavallo, e, quasi per caso, lo sguardo le cadde poco più avanti, verso la taverna, davanti alla quale un giovane aitante stava ascoltando annoiato i discorsi di un altro, molto più basso e meno appariscente. La ragazza, una volta identificati i due, si affrettò a girarsi dalla parte opposta, per poi riprendere il proprio cammino, ostentando naturalezza, nella speranza che non l’avessero notata, ma, ahimè, la fortuna non sembrava essere dalla sua parte.Se c’era una persona che Belle non riusciva a sopportare era Gaston.. Era ritenuto il giovane più attraente dell’intero villaggio e, da qualche tempo, aveva messo gli occhi su di lei. Chiunque ne sarebbe stata onorata, ma di sicuro non la nostra francesina. No, lei voleva qualcosa di diverso, voleva un ragazzo sensibile, che la sapesse ascoltare, non quella montagna di muscoli e niente cervello. Le conversazioni con Gaston non erano di certo fra le più interessanti: l’argomento principale era sempre e soltanto lui con i suoi numerosi trofei.Nonostante ciò, Belle aveva sempre cercato di non mostrarsi troppo scortese nei suoi confronti, rifiutando elegantemente le sue avance ogni volta. Purtroppo, però, le era giunta voce che il bel cacciatore voleva chiedere la sua mano e lei, una volta venuta a conoscenza delle sue intenzioni, aveva sempre cercato di evitarlo. Mai e poi mai avrebbe accettato di sposare un tipo del genere, nemmeno se fosse stato l’ultimo uomo sulla faccia della Terra.
puntò sguardo verso l’entrata della cantina, che l’anziano uomo aveva trasformato nel suo laboratorio, e si sorprese non poco nel trovarla chiusa: solitamente, lui era sempre lì a quel’ora. Decise di non dare troppo peso alla cosa e, allora, aprì la porta di legno per entrare in casa. Lo trovò lì, in cucina, con la testa china sul tavolo e lo sguardo sconsolato. Belle si allarmò subito, vedendolo in quello stato.
Non abbiamo più niente, non possiamo più permetterci di pagare le tasse al nostro sovrano e finiremo presto per strada.»A quelle parole, la bella ragazza sgranò gli occhi e
improvvisamente, un’idea attraversò la mente della giovane. È vero, ci avevano già provato, ma solo al villaggio, non altrove. Forse era da pazzi, ma non avevano altra scelta.
«Non al castello.»
Da non molto tempo, girava la voce che, a palazzo, il Re avesse bisogno di nuovi ed efficienti servi. In tanti avevano visto in questa proposta una via di salvezza dalla povertà imminente, ma pareva che fossero quasi tutti scappati, che la vita in quel posto fosse una vera e propria agonia e che, a resistere, vi fossero riusciti solamente i domestici che lavoravano lì da più tempo, forse già avvezzi ai modi di fare poco civili del sovrano e di suoi figlio. Per essere fuggiti, a rischio di essere scovati e uccisi in malo modo, quel castello doveva essere l’inferno in Terra. L’idea di presentarsi lì non allettava per niente Belle, ma si disse che non c’erano altre vie d’uscita. Chissà, forse anche lei sarebbe impazzita, rimanendo in quel posto, ma era certa che avrebbe sofferto molto di più nel’andare in rovina senza aver fatto qualcosa di concreto per aiutare il genitore.
«Non m’importa: ormai ho deciso.»

RECENSUINE


OTTIMO LIBRO DIVERSO DALLA SOLITA STORIA LA BELLA E LA BESTIA: E' AVVINCENTE       SCORREVOLE;BELLO, CON LA VOGLIA DI NON SMETTERE MAI DI LEGGERE E DI SOGNARE SEMPRE UN AMORE VERO CHE FINISCE SEMPRE E VISSERO FELICI E CONTENTI: MA E' PROPRIO VERO CHE LA VITA NON E' UNA FAVOLA.






Nessun commento:

Posta un commento